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Gazpacho, "MOLOK" (2015) |
Il nuovo album dei norvegesi
GAZPACHO si intitola
MOLOK ed è inciso per l'etichetta inglese
K-Scope, una delle realtà discografiche più vivaci e interessanti di questi anni critici ma ricchi di buona musica che vive a dispetto dello sbando inarrestabile del mercato discografico.
Qualcuno ha detto che, in ambito musicale, le cose non sono visibili cioè udibili e bisogna andare a cercarle
undeground. Niente di più vero: è proprio ciò che fa #musicheboreali, orientando la propria ricerca a Nord, in terra (e
sottoterra) scandinava.
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Gazpacho live |
Inquadriamo i
Gazpacho. Sono di
Oslo e si definiscono una band
art-rock prog, il che potrebbe non significare un bel niente per molte persone, soprattutto per chi non ha familiarità con le bizzarre classificazioni che anziché fare chiarezza ammantano di indecifrabilità.
Diciamo piuttosto che sono dei sentimentali e il loro modo di comporre/fare musica ha i toni caldi e rassicuranti di un tramonto autunnale amaranto. Crepuscolari, sì, ma senza concessioni all'oscurità. La magnifica copertina dell'album
MOLOK (in uscita il 23 ottobre 2015) rappresenta adeguatamente lo spirito dell'ensemble.
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Kiss your Bela |
GAZPACHO: affascina la loro capacità di scrivere brani
aperti, dove la struttura tipica del
formato-canzone (strofa, ritornello, strofa, ritornello, ecc) si espande in continuazione. Dove va questa espansione? Verso l'infinito e oltre. Ed è proprio questo il
concept, ovvero il tema-guida che sta alla base del disco, anzi alla
fine del disco (nel formato CD). Spieghiamoci meglio:
MOLOK si conclude con uno strano rumore. Tale rumorino è stato inserito apposta per scatenare la reazione dei sistemi di correzione del software contenuti nei CD-player. Stando a ciò che gli stessi GAZPACHO hanno spiegato ≤
Se la "reazione" (al rumorino, ndr)
, ovvero la sequenza numerica creata dal sistema di correzione del software, corrispondesse all'attuale posizione di tutti gli elettroni nell'universo, allora l'universo verrebbe distrutto≥ . La
distruzione come sinonimo di
correzione?
Forse a qualcuno comincia a venire mal di testa. Torniamo alla musica.
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The secret word |
MOLOK è un lavoro notevole.
Canzoni come l'inquietante
The Master's Voice hanno il fascino di un film horror dove, anziché un sanguinario killer, prendono forma angeli e démoni che cantano insieme, come un tempo.
Algorithm è una danza magica che scivola verso sensuali atmosfere medio-orientali.
Bela Kiss evoca l'allegria contagiosa di feste balcaniche dove l'energia cresce fino a esplodere con furia liberatoria.
Tutti i nove pezzi (otto nel formato LP) sono avvincenti e, sopratutto, coerenti.
Nel disco c'è un ospite speciale: l'archeologo norvegese
Gjermund Kolltveit (lo troviamo nel brano
Molok Rising), che suona la Skåra, un pietra sonora che ha più di 10mila anni. Probabilmente è lo strumento più antico mai usato ovvero inciso in un'opera rock.
I motivi per ascoltare
MOLOK dei
GAZPACHO sono tanti.
Andiamo e ascoltiamo.
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Any Gazpacho you like |